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Siamo solo sognatori abusivi

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Il racconto parte da una cruda verità e da un’azione di cooperazione tra popolo e istituzioni, tutti coinvolti in un’impresa epica: l’abbattimento non solo della Vela Verde ma di uno stereotipo. Scampia è il simbolo del disinteresse politico e amministrativo, ma anche il luogo dove nasce e cresce l’esperienza del Comitato Vele di Scampia che, raccogliendo l’eredità di Vittorio Passeggio, diventa nel tempo un movimento di lotta per il lavoro e la casa a Napoli.

Ma il cuore della battaglia è chiaramente quella che si combatte intorno alle Vele di Scampia, abitazioni costruite tra il 1962 e il 1975 seguendo un modello architettonico non pensato per una periferia a vocazione agricola e, soprattutto, inserite in un contesto privo di qualsiasi servizio. Progettate per ricreare la cosiddetta “economia del vicolo”, a seguito del terremoto del 1980 decine di famiglie hanno iniziato ad occuparle abusivamente, organizzando una sorta di diaspora dal centro storico di Napoli ma finendo per costruire un’identità collettiva basata sulla miseria e l’indigenza. Ma, in fondo, ci ricorda l’autore che occorre raccontare per ricordare, perché la memoria è, di per sé, già lotta.

Siamo solo sognatori abusivi – 979-1281105041

Categoria:

Informazioni aggiuntive

Autore

Copertina flessibile

160 pagine

Editore

Armando De Nigris Editore

Isbn

979-1281105041

Prefazione

Sabina De Luca

Lingua

Italiano

Acquistabile con

Carta della Cultura Giovani e Carta del Merito
Carta del Docente

1 recensione per Siamo solo sognatori abusivi

  1. Giovanni Paonessa

    Un piccolo manuale di diritto amministrativo. Sì, proprio così. Si racconta di una lotta, altamente simbolica per Napoli e per il Paese ma si indicano, con cura, tutti gli atti che l’Amministrazione comunale di Napoli ha dovuto adottare per agevolare il procedimento: dal reperimento delle risorse finanziarie, all’abbattimento della vela. Il nodo del coinvolgimento degli abitanti, garantito dal Comitato le Vele che ha anche vigilato sull’assegnazione dei nuovi alloggi ed ottenuto l’adozione della clausola socale per garantire opportunità lavorative ai disoccupati locali. Un esempio replicabile in altri contesti territoriali. Converrà, prima, leggere il libro.

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