Del Sangue e Del Tempo. Sala piena a Vietri

Sala piena e tanta emozione nella sala principale della Torre Bianchi di Vietri sul Mare per la presentazione, in anteprima nazionale, dell’ultimo libro di Stefano Cortese, Del Sangue e Del Tempo. Durante l’incontro, che si è svolto sabato 25 maggio all’interno della Fiera del Libro organizzata nella cittadina della costiera amalfitana, l’autore ha dialogato con Andrea Corona, editor e consulente editoriale, Francesco Ianniello, editor e caporedattore della De Nigris Editori, e la giornalista Martina Farina che ha svolto anche il ruolo di moderatrice. L’evento è stato impreziosito dalla presenza di due giovani e bravissimi attori napoletani, Giovanni Amura e Rossella Rivoli, noti al grande pubblico per la loro partecipazione alla serie tv L’amica geniale, che hanno letto e interpretato, in maniera eccellente, alcuni brani tratti dal romanzo.

Del Sangue e Del Tempo. Sala piena a Vietri

Stefano Cortese, classe 1990, è uno scrittore di assoluto talento, con alle spalle già quindici anni di pubblicazioni, sia nel campo della saggistica che della narrativa, per diverse case editrici. Durante la presentazione si è mostrato entusiasta per questa nuova avventura, ringraziando a più riprese l’editore Armando De Nigris per il coraggio di puntare su un autore che fa della qualità il suo marchio di fabbrica. In questa sua ultima fatica racconta la vita immaginaria del brigante cilentano Natalino Fuoco, detto il Bulgaro, la cui vicenda umana viene ripercorsa a ritroso, dal 1908 al 1838. Sorretto da uno stile unico e inconfondibile (in cui convivono il rigore storiografico di Sebastiano Vassalli, le suggestioni dei western tarantiniani e la poetica di Cormac McCarthy), il romanzo segue il protagonista mentre è prigioniero in un carcere inespugnabile o a capo di una banda che semina il panico nel meridione postunitario, fino a ritrovarlo bambino con il sogno di affrontare il mare. 

Del Sangue e Del Tempo. Sala piena a Vietri

L’editor Andrea Corona, che ha seguito Cortese fin dall’inizio del suo percorso, ha spiegato ai presenti in che modo quest’opera si inserisce, coerentemente, all’interno di una produzione letteraria che mostra la predilezione dell’autore per il romanzo storico. Ogni libro (che riguardi la Napoli greca o bizantina, che sia ambientato nel XVI secolo piuttosto che nelle atmosfere ottocentesche di un piccolo paese dell’avellinese) è il frutto di una lunga e approfondita ricerca sia linguistica che storica, tramite la racconta e lo studio documentaristico, oltre che, ove possibile, sul campo. Cortese, così, non racconta semplicemente una vicenda ma consente al lettore di immergersi completamente nelle atmosfere del tempo, grazie a una scrittura colta e allo stesso tempo accessibile.

Come evidenziato durante l’incontro, una delle operazioni più interessanti che compie è quella di destrutturare, smontare, ribaltare la visione maggiormente in voga in certa lettura contemporanea (specie meridionalista) che tende a enfatizzare e mitizzare un passato caratterizzato invece, come mostra bene l’autore, anche, se non soprattutto, da efferatezze, violenza, povertà. Natalino non è altro che un brigante e come tale non appartiene a nessun posto e a nessun tempo, condannato a passare sulla terra come un’ombra, animato solo dalla sete di rivolta e di giustizia.

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