Nel cuore di Napoli, nella suggestiva casa-museo di Roberto Murolo a via Domenico Cimarosa – un luogo dove si respira la storia – si è alzato il sipario su un libro che non si limita a raccontare una vita, ma la attraversa, la fa rivivere, la restituisce al nostro presente: Benedetto Croce. La ragione che schiaccia il serpente, firmato da Clelia Attanasio per la collana Palepolis di Armando De Nigris Editore
Durante l’incontro, accanto all’autrice, sono intervenuti Mario Coppeto, Presidente della Fondazione Roberto Murolo, e Lidia Palumbo, docente di filosofia antica all’Università Federico II. Due voci autorevoli che hanno dialogato con Attanasio intrecciando passato e presente, analisi filosofica e impegno civile.
Un titolo potente, evocativo, dichiaratamente simbolico: la “ragione” come antidoto al serpente dell’irrazionale, dell’oscurantismo, del fanatismo. Un libro che non racconta solo un filosofo, ma ci guida a vedere Croce, a sentirlo camminare tra le vie di Napoli, a osservarlo nei suoi silenzi e nelle sue lotte, a incontrarlo con gli occhi e il cuore di un giovane giornalista americano, che parte alla volta dell’Italia per intervistarlo.
Croce non è stato solo un pensatore: è stato un faro morale nel mare in tempesta del Novecento. In un’Italia ancora impastata di retaggi ottocenteschi, tra fratture storiche, tensioni sociali e disincanto, Croce ha indicato una via: quella della libertà intellettuale, della critica, della responsabilità personale.
Non era accomodante, né populista, né facile. Non cercava consenso, cercava verità. E sapeva bene che la verità non è una rivelazione, ma una battaglia. Un cammino pieno di dubbi, incertezze, scontri. Per lui, la filosofia non era mai un lusso accademico, ma una necessità etica. Un modo per abitare il mondo con coscienza.
Il libro di Clelia Attanasio si distingue perché non cade nella trappola dell’agiografia. Non idealizza Croce, lo umanizza. Lo racconta nella sua solitudine, nelle sue idiosincrasie, nel rigore che si imponeva ogni giorno. Ed è proprio qui che il lettore si avvicina: nella verità dell’imperfezione, non nel mito dell’infallibilità.
Croce è ritratto come un uomo immerso nel suo tempo, ma capace di superarlo. La Napoli in cui ha vissuto non è solo sfondo, è protagonista. Napoli come teatro e contraddizione, come bellezza struggente e dolore viscerale, come specchio della coscienza.
In questo contesto, Benedetto Croce. La ragione che schiaccia il serpente non è solo un libro: è un invito alla resistenza culturale. In un tempo in cui le opinioni si spacciano per verità e l’informazione si consuma alla velocità di uno scroll, riscoprire Croce significa rallentare, riflettere, tornare a pensare.
Croce è spesso associato al rigore e all’idealismo. Ma la sua visione era tutt’altro che statica. Come Eraclito, credeva nel divenire: non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume.
La realtà cambia, muta, evolve. E anche la conoscenza deve sapersi rinnovare, reinterpretare. La storia, per lui, non è un insieme di date, ma coscienza in movimento. E l’arte? Non un oggetto, ma un atto di espressione, una scintilla spirituale.
La sua estetica, così come la sua filosofia della storia, sono strumenti per resistere pensando. Per comprendere che ogni verità è frutto di uno sforzo, di un’esplorazione, di un dialogo con il tempo.
Oggi più che mai, abbiamo bisogno di Croce. Non per nostalgia, ma per necessità. Il suo insegnamento è un antidoto contro la superficialità, contro l’appiattimento culturale, contro il culto dell’opinione facile. Ci ricorda che la cultura è un atto etico, prima ancora che estetico. Che la libertà non è solo un diritto: è una responsabilità, una fatica quotidiana.
Il libro di Clelia Attanasio arriva come un gesto di resistenza. Un atto d’amore per il pensiero, per la città, per il rigore. Un tentativo riuscito di restituire Croce al nostro tempo, non come un monumento, ma come una voce viva.
“La ragione che schiaccia il serpente” è, infine, una dichiarazione di fiducia: nello studio come forma di salvezza, nella cultura come via per affrontare l’angoscia dell’esistere. In un mondo dove tutto si semplifica, il libro ci invita a complicare, a pensare, a giudicare. Perché come scriveva Croce stesso, la verità è una battaglia, non una scoperta. E solo chi ha il coraggio di combatterla può davvero dirsi libero.
In questo senso, il libro è più che un omaggio: è un atto di continuità. Perché la cultura, quella vera, non si celebra: si vive.
Per chiunque creda ancora che il pensiero abbia un valore, Clelia Attanasio ci regala un Croce vivo, inquieto, necessario. Un filosofo da leggere, da camminare, da ascoltare. E da portare con sé, come una bussola nel caos del presente.
Siamo solo sognatori abusivi Scampia ammaina la vela
ISBN 9791281105041
Il racconto parte da una cruda verità e da un’azione di cooperazione tra popolo e istituzioni, tutti coinvolti in un’impresa epica: l’abbattimento non solo della Vela Verde ma di uno stereotipo. Scampia è il simbolo del disinteresse politico e amministrativo, ma anche il luogo dove nasce e cresce l’esperienza del Comitato Vele di Scampia che, raccogliendo l’eredità di Vittorio Passeggio, diventa nel tempo un movimento di lotta per il lavoro e la casa a Napoli…
La collana Palepolis è da leggere tutta, questo in particolare in cui le radici culturali di Napoli riemergono in tutto il suo splendore.