Dopo il successo dello scorso 25 maggio alla Fiera del libro di Vietri sul Mare, dove Del Sangue e Del Tempo è stato presentato in anteprima, Stefano Cortese ha dato il via al tour estivo del romanzo, e l’ha fatto iniziando dalla sua città, Napoli, che ha risposto presente. Alla libreria A&M Bookstore di via Duomo, è stato infatti un bagno di folla, come attestato dal sold-out di copie vendute a fine serata. L’evento di venerdì 28 giugno si è svolto davanti a decine di sguardi interessati e partecipi: «Una platea d’eccezione» ha rimarcato Cortese, ringraziando gli studiosi e i ricercatori, gli artisti e i musicisti, presenti tra il pubblico. Un ringraziamento particolarmente sentito è stato poi rivolto all’editore Armando De Nigris, al caporedattore editoriale Francesco Ianniello e a tutta la squadra De Nigris per aver investito sulla sua opera con un impegno assai raro per l’editoria odierna.
L’autore era affiancato al tavolo dei relatori da Andrea Corona, editor e consulente editoriale che sui testi di Cortese ha svolto «Un lavoro di esegesi lungo ormai dieci anni», come lo stesso autore ha tenuto a rimarcare. Insieme, in un dialogo serrato che ha catturato l’attenzione della sala, Cortese e Corona hanno discusso di poetica e di metodo, di storia del Mezzogiorno e di pessimismo filosofico à la Cioran, di letteratura colta e di quella semicolta: Natalino Fuoco, il brigante della cui vita si narra, è un personaggio non vero ma verosimile, come lo sono stati Don Rodrigo e Don Abbondio per Alessandro Manzoni; è un criminale, e dunque un uomo bandito dalla società e senza alcuna appartenenza, come si evince dal capitolo simbolicamente ambientato in “Nessun luogo”.
Nell’analisi di Corona, se la voce del narratore regala al lettore momenti di puro lirismo, come nell’incipit stilisticamente costruito attorno ad allitterazioni, assonanze e una prosa ritmicamente molto cadenzata, la scrittura registra un urto quando a parlare sono Natalino detto il Bulgaro e Teodoro detto il Rosso: nei dialoghi tra i briganti, infatti, a venire in mente sono semmai L’autobiografia di un brigante di Michele di Gè o La spartenza di Tommaso Bordonaro, altro esempio di autore illetterato.
Similmente, come ha spiegato Cortese, l’efferatezza di alcune scene non è esente da canoni estetici: «La nuova Musa colloca il deforme accanto al grazioso e il grottesco accanto al sublime» scriveva Victor Hugo nel 1827 a contestazione di quel “principio di selezione” che tendeva a escludere l’orrore dal dominio della letteratura e dell’arte; quando invece, come scriveva già Aristotele nel IV secolo a.C., la categoria di “sublime” è superiore a quella di “bello” in quanto include il brutto e il terrore, con evidenti funzioni catartiche.
Al termine del dibattito, Del Sangue e Del Tempo è risultato dunque il frutto di un lavoro estremamente consapevole e maturo, attento e lungamente meditato: «Diffidiamo di questa specie di esaltazione che definiscono ispirazione» scriveva Flaubert in una lettera del 1846 che è stata letta a suggello della serata.
Le successive tappe del tour di presentazioni di Del Sangue e Del Tempo sono:
Sabato 6 luglio, ore 17:00, Biblioteca “Gaius Lucilius” di Piazza Castello, Sessa Aurunca (CE)
Mercoledì 10 luglio, ore 19:00, SummerFest, Cortile del Comune di Casaluce (CE)
Venerdì 12 luglio, ore 20:45, White & Grey Coffe & More, via Delfino 70, Bibione (VE)
Del Sangue e Del Tempo Vita di Natalino Fuoco, brigante
ISBN 9791281105812
Nel romanzo dello scrittore Stefano Cortese si racconta la vita del brigante cilentano Natalino Fuoco, detto il Bulgaro. Le tappe della sua vicenda umana vengono ripercorse a ritroso, dal 1908 al 1838: prigioniero in un carcere inespugnabile, capo di una banda che semina il panico nel meridione postunitario, giovane ingenuo e puro e, infine, bambino che sogna di affrontare il mare. Natalino non è altro che un brigante, condannato a passare sulla terra come un’ombra, animato solo dalla sete di rivolta e di giustizia. Grazie a uno stile unico e inconfondibile…